Un sito dedicato a tutte le donne che sono state tradite... ...e a quelle che non sanno ancora di esserlo...

NON SI PERDONA, SI RICOMINCIA-Nani

NON SI PERDONA, SI RICOMINCIA!
ho 59 anni sposata da 30, 3 figli.
la mia è una lunga e triste storia di tradimenti subiti che sta ora lentissimamente e faticosamente evolvendo in una vita nuova finalmente quasi serena!
Nel 1998, dopo 13 anni di matrimonio e 7 di fidanzamento in totale fedeltà, mio marito si innamora di una segretaria dell’ospedale dove lavora, una donna molto passionale e cocciuta convinta che il coinvolgimento ed il trasporto che li unì nei primi mesi del loro rapporto potesse e dovesse durare in eterno.
Inizialmente la loro storia fu travolgente, mio marito che mai aveva avuto storie extramatrimoniali, si invaghì, per sua ammissione, di questa donna che lo faceva sentire importante, desiderato e adorato.
Perse la testa e per i primi mesi, visse questa vita inedita, poi le remore e i rimorsi o la naturale stasi o non so che altro, lo indussero ad iniziare a prendere le distanze anche se non con grande determinazione. Così iniziò un tira e molla che durò per anni.
Le lettere di lei di quei primi 4 anni (che ritrovai dopo ovviamente) erano un continuo alternarsi di odio e amore, di desiderio che lui si abbandonasse totalmente a quel bello che lei gli dava come nei primi tempi, e di invettive contro la sua codardia che invece lo riportava al “resto” come ci appellava lei, fatto di inutili luccichii e di nebbia!
Quante volte piansi leggendo e rileggendo quelle lettere!
Lei non era sposata e aveva avuto una vita difficile supportata da analisi per anni. Quindi una donna molto introspettiva estremamente verbosa e indagatrice della psiche fino a spaccare il capello in quattro. Molto autoreferenziale, convinta di essere depositaria del VERBO. Convinta che il suo amore sarebbe bastato per entrambi quando lui le diceva che era si insoddisfatto della sua vita matrimoniale ma non era comunque pronto a rinnegarla ed il trdimento era un mezzo per ritrovare, in qualche modo, la sua identità.
In una delle ultime acide lettere che lei gli scrisse e che io ritrovai nel 2002 quando scopersi il tutto, recitava questa frase a mo di minaccia:
\” la felicità ha un prezzo ma anche la rinuncia per affetto verso la famiglia o per mancanza di coraggio ha un prezzo: quello di rimpiangere per sempre di non aver seguito il richiamo di qualcosa che era pieno di promesse e di luce.
PER QUELLA RINUNCIA ALLA PASSIONE PAGHERANNO ANCHE LE PERSONE CHE NON VOLEVAMO FAR SOFFRIRE: SOFFRIRANNO UGUALMENTE PERCHE’ NOI NON PERDONEREMO CHI CI HA INDOTTO A NON VOLARE VIA!!!!!!!!\”
Questo il tenore delle sentenze dall\’alto della sua saggezza!!
Questa donna pur dopo essersi sposata, ancora per anni continuò ad insinuarsi tra noi ogni qualvolta potè e naturalmente anche mio marito non si comportò certo meglio di lei ed indugiò ancora ogni qualvolta l\’occasione gli si presentò. Facendo si che questo filo non si rompesse mai, facendo si che a tratti da allora fino a due anni e mezzo fa lei avesse ancora accesso a lui attraverso  vie preferenziali. Lei sognava, dice lui, ingigantiva ogni spazio che lui le dava per incontri, per visite mediche di cui lei necessitava. Ma trovai una lettera risalente al 2006 ( a otto anni dal loro primo incontro) in cui lei gli diceva che ora aveva deciso di chiudere con quella “vita spericolata”, lei nel frattempo si era costruita una famiglia con un marito ed un figlio adottato.
Anni dopo trovai dei preservativi risalenti a quell\’anno 2006, imbucati in un beauty che aveva portato in montagna dall’ospedale ( NOTA: noi non avevamo mai usato preservativi) ….
Ma tutto quello che scoprivo era sempre successo anni prima, era acqua passata, non contava più, come se il tempo, da solo, fosse sufficiente a neutralizzare tutto!
Ogni cosa che so delle sue avventure, l\’ho scoperta io, mai un atto di onestà verso me e se stesso, mai un moto di coraggio, mai un segno concreto di pentimento.
E questa era la PRIMA, una donna innamorata follemente, adorante che si scioglieva ogni volta che lo incontrava e che ha vissuto fino a poco fa, nella memoria di quei primi mesi di idillio. Lui le voleva bene, era affezionato e non voleva farle del male … ma soprattutto era un piacere per lui, sapere che lei c’era sempre ed era innamorata. Così la teneva in caldo
In fondo che male faceva a me tutto questo??!!
Mai l’avrebbe sposata, mai avrebbe lasciato la sua famiglia perché io sono sempre stata la donna della sua vita e la famiglia la cosa più importante!
Nelle mie pazze ricerche della verità, nell’immediato successivo a quella scoperta, scoprii anche due assegni considerevoli staccati a suo nome ….

Nel 2002 una nuova fiamma tentacolare lo coinvolse per un anno ulteriore. Era una dottoressa che lavorava in ospedale gomito a gomito con lui.
Quell\’anno me la trovai anche in vacanza, \”casualmente\” aveva la barca ormeggiata in un porto vicino a casa nostra e poi, subito a seguire, in montagna per concludere le vacanze senza stare troppo lontani! ( io naturalmente non lo sapevo, lei stava sempre a distanza di sicurezza )
Lì in montagna fu davvero il massimo perchè io, che non avevo capito assolutamente nulla, sentivo però nell\’aria una strana sensazione che non mi dava serenità al punto che feci per la prima volta nella mia vita una stranezza: decisi di tornare a casa sola qualche giorno prima della fine della vacanza e lo lasciai con i figli in albergo con gli amici e io scesi in città con la scusa x me stessa e x gli altri, di fare il trasloco dell\’ufficio.
In realtà sentivo dentro un senso di irrequietezza e di insoddisfazione dall’inizio delle vacanze, che mi teneva sospesa in un costante senso di vuoto… ma non capivo !!!!!
E questa era la SECONDA, divorziata con tre figli ai quali era molto dedita, una vera mamma chioccia ma era anche una dottoressa che lavorava insieme a lui, che professionalmente lo stimava molto, pendeva dalle sue labbra; insieme condividevano congressi anche di qualche giorno, collaborazioni professionali,  e, perchè no, anche gite fuoriporta con i figli di lei e, a volte anche con i miei!! Un\’allegra brigata !!

Io, all\’oscuro di tutto ciò che stava accadendo alla mia vita, percepivo questo distacco vagamente ma senza assolutamente capirne la vera natura. Semplicemente non pensavo, non mi chiedevo, giustificavo la freddezza , convincendomi vieppiù che mio marito era un anaffettivo come del resto lo erano tutti i suoi famigliari. Lentamente ma inesorabilmente il nostro viverci si trasformò in un qualcosa di vuoto, formale. io per quattro anni e mezzo non capii nulla. Dal canto mio avevo una vita piena, soddisfazioni di lavoro e impegni legati ai tre figli e ad una serie infinita di hobbies e attività collaterali con le quali riempivo i vuoti che rimanevano tra di noi credendo che il matrimonio fosse quello. Ogni tanto, pur senza concretizzare nulla, mi invaghivo platonicamente di qualcuno che condivideva con me tutte le attività in cui mi tuffavo a capofitto e ricordo che tante volte mi chiedevo perchè con mio marito non succedeva nulla di tutto ciò. Sarebbe stato bello condividere tutte quelle passioni insieme! Bello e costruttivo di una coppia. Purtroppo le mie passioni non lo interessavano… erano altre le passioni che lo attraevano!
Quell’anno mi ruppi un ginocchio sciando, fui ingessata e dovetti stare a letto quasi un mese. aspettavo che la sera lui arrivasse e mi venisse a trovare… tornava, io lo sentivo arrivare ma fino a dopo cena, dopo la tv, dopo tutto quello che poteva fare, messaggi , telefonate, ecc. ecc. non saliva da me. Quando finalmente arrivava a letto era stanchissimo, si voltava di spalle e dormiva!!
Ma io ancora non capii, certo notai il comportamento, glielo feci notare, mi arrabbiai più volte ma senza il minimo beneficio.

Finchè  il 17 novembre 2002 (dopo 17 anni di matrimonio ) una domenica pomeriggio di pioggia armeggiando maldestramente col suo cellulare nel tentativo di rispondere ad un messaggio di un amico comune, mi si palesò una raccolta di messaggi che pensavo fossero di un paziente che lo ringraziava caldamente per tutta l\’attenzione che lui gli riservava. Inizialmente pensai che fosse un paziente molto riconoscente, poi i messaggi diventavano sempre più personali e, tanto per sottolineare quanto fossi lontana dalla verità, sempre convinta che fosse un uomo, cominciai a pensare che fosse un paziente gay ma al quarto o quinto messaggio il gay diventò senza ombra di dubbio una donna innamorata!
Il mio cervello ebbe un’implosione ed ogni cellula del mio corpo prese a tremare improvvisamente senza alcuna possibilità di interrompere questo moto involontario
Salii in camera dove lui stava riposando e, lanciandogli il telefono sul letto gli dissi con un fil di voce, “c’è posta per te “.
Quello che successe nell’immediato non lo ricordo, il mio cuore batteva a mille ed assorbiva ogni energia, ero in un tale stato confusionale  che non sono mai stata in grado di recuperare alcun ricordo di quei momenti.
Ricordo solo che la sua reazione non fu ciò che avrei desiderato: pianti, scuse, richieste di perdono…nulla di tutto ciò solo ACCUSE e tentativi di minimizzare e negare l’evidenza. Un’esplosione di menzogne che non ricordo perché nel mio cuore non ci stava più nulla.

Dopo 10 giorni di domande a raffica da parte mia, domande che rimasero senza risposte soddisfacenti, fu la volta del ritrovamento di un plico di una ventina di lettere della PRIMA che in quei 4 anni si era portato nella borsa da lavoro…
Allora capii che c’era davvero “tanta roba”…. e la mia vita non fu più la stessa!

Iniziò un calvario che solo oggi dopo 13 anni, \”forse\” si va risolvendo.
Quelli a seguire furono gli anni più neri della mia esistenza.
Avevo 42 anni il pieno della vita! Ero una ragazza carina e piena di entusiasmi!
Ora esiste solo l’ombra di quegli entusiasmi!
L\’anno a seguire fu connotato dalla sua sostanziale indifferenza al mio dolore e dal mio, fuorviante, farmi carico di ogni colpa di cui abilmente lui mi accusò. Io le raccolsi tutte, le mie e le sue e aggiunsi anche quella di non aver capito a tempo debito cosa stava accadendoci.
A quel punto non potevo accettare che il nostro matrimonio finisse per colpa mia.
In quell\’anno capii, come sempre accade quando stai per perdere qualcosa, quanto in realtà lo amavo. Ricordo che una volta rilessi tutto quel plico di lettere facendomi un male assurdo ma capendo anche quanto questa donna amava mio marito, e con quanta abnegazione pendeva dalle sue parole!
Questa lettura, come fosse un percorso purificatorio, mi riportò all\’essenza del rapporto con lui di tanti anni prima quando ci eravamo conosciuti.
Giorno dopo giorno, leggerezza dopo leggerezza, impegni, lavoro, affermazioni personali, figli, casa, genitori, sostanzialmente una vita vissuta senza tempi morti, senza momenti di riflessione, ci avevano portato lì. Vivevamo sotto lo stesso tetto senza sostanzialmente viverci.
La fede era al dito, la residenza nella stessa casa, i figli ci chiamavano papà e mamma, eravamo uniti per tutto il mondo, tranne che per noi.
Ma inesorabilmente la storia continua…
Dal 2002 al 2012 altri 10 anni le sue relazioni furono punteggiate da continui ritorni di fiamma, messaggi , telefonate , scoperte di incontri, e-mail, e chissà che altro non scoprii!
Ogni volta sempre il solito clichè negava l’evidenza e minimizzava, ogni volta come un bambino cercava di aggiustare al meglio i cocci, si arrampicava sui vetri, mentiva, e non mancava mai di accusare me di ciò che faceva lui.
Ed io ogni volta mi arrabbiavo ma poi alla fine cascavo sempre nella sua rete.
Ero diventata un’esperta di computer, potevo scovare ogni cosa naturalmente che non fosse stata cancellata.
Ho passato delle giornate intere davanti al computer scrivendo minuziosamente ogni cosa mi accadeva per non perdere la memoria di nulla.
Ho ricostruito quei quattro anni confrontando compatibilmente con la memoria, cosa facevo io mentre queste storie lo portavano via da noi.
Un lavoro che oggi mi impedisce di dimenticare anche i dettagli.
il computer era diventato il mio psicologo virtuale, parlavo con lui, gli depositavo le mie amarezze, le mie rabbie, le mie invettive.
Maggio 2009 a Valencia per un suo congresso. Una città bellissima mi divertii, tra noi era tornata l’armonia, vedevamo delle belle cose, spensierati. Un giorno a pranzo in un localino sulla spiaggia ero felice, mi sembrava che tutto fosse stato un sogno… gli confessai che mi sembrava che i fantasmi si fossero dileguati, ero felice… quel giorno successe che mi rubarono il cellulare così la sera dato che io fatico sempre ad addormentarmi, gli chiesi il suo x giochicchiare. Lui si addormentò. Arriva un messaggio, io naturalmente lo apro, e resto basita… lei, la seconda, rispondeva ad una sua mail trascinandosi il messaggio di mio marito che allegava una foto che gli avevo fatto io quel giorno stesso. Lui diceva:” tempo bello, cibo ottimo, cosa manca? “ lei risponde che è felice di sentirlo e che sapendo che la pensa si scioglie come il burro, continua con una serie di stronzate e poi si firma PENELOPE.
Inutile dire che il mio idillio finì all’istante ed il fantasma si insinuò di nuovo tra noi.
Inutile dire che lui sostenne che non aveva detto nulla di sconveniente, il tempo era bello, il cibo ottimo, non mancava proprio nulla!!!!! Cosa c’era di male?
Poi, a furia di domande, ammise che l’aveva vista qualche volta ma sempre in modo casto, qualche bacio, nulla di più. Normale no?
Così la nostra vita continuò sempre più burrascosa tra un ritrovamento e l’altro, io non so come facevo ad accettare e soprattutto a credere che ogni volta non contava mai nulla. Banalizzava ciò che faceva, minimizzava ogni ricerca di affetto? Sesso? Al di fuori di noi.
Erano sempre loro a cercare lui e non sapeva dire di no per non far loro male. Del male che faceva a me non se ne curava!!!
Ma non è ancora finita!!
Nel giugno del 2011 di ritorno dalla montagna dormicchiavo girata verso il finestrino, mi sveglio e lo vedo specchiato sul vetro che messaggia col cellulare tra le gambe. Capisco tutto e gli chiedo che fa. Comincia a sudare e diventa verde!! Gli prendo il telefono ma nel frattempo ha cancellato tutto. Arriva un ms che dice “ no non posso devo sfamare mio figlio” allora continuo io e dopo qualche battuta lei dice” questa storia mi piace e mi intriga…”. Era una sua assistente giovanissima 30 anni!! Una oca totale !
Altra crisi pesantissima, lui confessò che era una storia cretina che non era ancora cominciata ed era contento che, avendola io scoperta, fosse già finita.
Non capiva che per me già così era già troppo!! Era già tutto!
Ma io ero capace solo di arrabbiarmi senza di fatto difendermi e prendere una decisione definitiva.
Riscrivendo anche solo per sommi capi la storia della mia vita, mi vergogno di me stessa, mi odio per quanto male gli ho permesso di farmi! Per quanto poca dignità ho avuto io che passo per la forte della coppia, quella che decide, che fa, che dirige la famiglia!
Questa discrepanza mi fa impazzire!!
Ma ancora non è finita!!!!! L’anno dopo a giugno, una sera che non riuscivo a prender sonno scendo in studio e apro il computer di mio marito , controllo posta ecc.ecc. poi entro nel download e mi appare un tabulato telefonico. Una serie infinita  di ms sempre allo stesso numero per i tre mesi precedenti!
Quella sensazione mi era già tristemente nota! Salgo in camera prendo il mio telefono e controllo il n°. Era lei, sempre l’assistente, l’avevo messa sotto lo pseudonimo di “STRONZA”.
Questo era quello che finalmente ci voleva!!!
L’ho svegliato, gli ho ordinato di seguirmi, lui lamentò che stava dormendo, cosa mi prendeva all’improvviso?.
Una volta in studio, tutta la furia che avevo accumulato in me uscì come le vespe del “Miglio verde”!
Finalmente!! Lo picchiai gli urlai il mio odio, il mio disgusto, la mia rabbia, lo picchiai di nuovo, lo insultai, gli dissi che era finita, che se ne andasse via, lontano dalla nostra casa, che non lo volevo più, che mi faceva pena, che non meritava più nulla, che facesse i bagagli e andasse lontano! Io avevo chiuso!!
Lui stette con la testa in mano fino al mattino alle sette dicendo che non voleva andarsene, non voleva che finisse tra noi, che quella storia non era nulla per lui solo un po’ di leggerezza e sesso fine a se stesso, forse mi chiese scusa ma io non sentivo più le sue parole, sentivo solo la mia rabbia.
I figli svegliati dalle urla, avevano assistito dalle loro camere a tutto !
Passammo tutta la notte svegli, albeggiò e ancora gli vomitavo tutto il mio odio.
Al mattino andò mestamente a farsi una valigetta e uscì di casa con la coda tra le gambe.
Io credo di aver perso tre chili quella notte e per 15 giorni non ebbi il desiderio di cibo.
Seguirono dei giorni strani, un misto di soddisfazione e di attesa del futuro…
I figli, che ormai sapevano tutto, mi furono di grande sollievo. Tifavano per me e mi davano la forza di resistere. Mi feci aiutare da uno psicologo, da una cara amica disponibile ad ascoltare mille volte le mie ragioni. Mi buttai nel lavoro che riusciva a distrarmi e farmi pensare ad altro, ma le notti non finivano mai!
Lui si trasferì prima dal fratello e poi da un amico che non smetteva mai di dargli del coglione per come era riuscito a rovinare la cosa più bella che aveva tra le mani. Una famiglia che tanti gli invidiavano!!
In quei 15 giorni lui si sentì in dovere di incontrare separatamente i figli per dare una spiegazione di ciò che era avvenuto. Loro erano molto arrabbiati con lui e, anche se l’idea che la famiglia si potesse dissolvere, li faceva star male, mi consigliarono di riaccettarlo solo quando avesse realmente capito i suoi errori e deciso profondamente di risalire una lunga china verso l’onestà.
Lui deicise di andare da uno psicologo e non solo, andò anche da un sacerdote a cui raccontò tutto e accettò anche il pesante giudizio che il parroco, un filosofo molto severo ed integerrimo, gli diede.
Dopo questi 15 giorni di “penitenza” uscimmo a cena con il suo amico e quella sera mi chiese se poteva tornare a casa.
E così fu!! Era il 17 luglio del 2012. Tre anni fa
Da allora ad oggi abbiamo fatto tanta strada, il percorso non è stato facile e io ho dovuto combattere più volte con quel residuo di rabbia che penso non si esaurirà mai e che a volte riemerge prepotente.
La rabbia per le offese subite e la rabbia per avergli io stessa permesso di offendermi tante volte!
Ho affrontato spesso il tema del perdonare e del dimenticare ma ogni volta sono giunta alla conclusione che né si perdonano né tantomeno si dimenticano 13 anni di offese, di menzogne e di tradimenti.
IMPOSSIBILE! E forse neppure giusto. Neppure con tutto l’amore che provo per lui anzi proprio per l’amore che comunque, nonostante tutto, mi lega a lui non è giusto dimenticare.
Ho deciso che l’unica possibilità di rimanere con dignità in questo “film” è di ricominciare una storia nuova.
Come ricostruire una città dopo un terremoto, sai cosa fare per non sbagliare di nuovo.
Oggi siamo entrambi persone diverse da ieri, il nostro rapporto oggi ha una genesi diversa, più sofferta, più consapevole delle debolezze e delle forze di ciascuno.
Io so che lui mi ama, ora lo sento, ora lo dimostra in ogni suo atto.  lui sa che io amo solo lui come del resto è sempre stato, ma sa anche che un piccolissimo errore sarebbe oggi definitivo per noi.
Detta così sembra fatta e facile. La realtà è più complessa e ancora ho momenti di smarrimento, di rilettura dei miei diari che mi fanno rientrare nel vivo delle ferite. A volte ho bisogno di rileggere per non dimenticare.
Perché non dimenticare mi serve ancora per dare un senso alla sofferenza che fu. Per questo ho deciso di andare da una psicologa. Spero che piano piano ogni tassello della mia vita trovi il suo luogo ed il suo senso e finisca di roteare senza pace.
Mi scuso per la lunghezza di questo racconto, avrei potuto essere ancora più lunga!! Mi sono trattenuta!
In tanti anni non avevo trovato un sito così vicino alla mia vicenda e ringrazio chi ha avuto questa idea e si impegna a tendere la mano a chi ne ha bisogno.

Comments (20):

  1. Sara

    Agosto 1, 2015 at 9:31

    Ciao Nani, ci ho messo un bel po’ a leggere la tua lettera-fiume, ma volevo arrivare in fondo per conoscerti. Sei da esempio per molte di noi, per me sicuramente, perchè voler ricominciare dopo così tanti anni non è da tutti. Io sto cercando di ricominciare dopo due anni e mezzo di tradimenti scoperti all’improvviso (la mia storia è “per più di due anni credo che mio marito sia impotente e invece…”) e a volte mi sembra impossibile. La tua testimonianza mi ha dato tanta fiducia nel futuro. Mi dispiace solo leggere che tu credi che sia impossibile perdonare: io non aspetto altro. Non credi che se riuscissi a perdonare dopo ti sentiresti più felice? Anzi scusa….di nuovo felice dopo tanti anni? Io sto cercando il perdono per amor suo, ma soprattutto per me stessa: non c’è amore senza perdono, e io sono convinta di amarlo profondamente. Anche tu mi sembri molto innamorata di lui (altrimenti saresti già scappata via!), e – cosa di fondamentale importanza – anche tuo marito si è accorto di amarti. Il mio mi ha recentemente detto che dopo un periodo di letargo, in cui mi amava ma era accecato dal sesso con l’altra, adesso si è ri-innamorato di me e mi ama più di prima. Se è questo quello che senti anche tu, quello che lui riesce a trasmetterti, ti prego, cerca di trovare il perdono. Credo che riuscire a perdonare potrà regalarci una nuova vita. Mai si potrà dimenticare, questo è ovvio, ma dobbiamo cercare di guardare al passato traendo una lezione di vita da quel periodo buio, e niente di più. Basta lacrime, basta dolore: parli di una bellissima età a 42 anni (io ne ho 46), ma io credo che tutte le età possano regalarci una splendida vita a due, a tutte le età lui può farci sentire uniche e femminili, sexy e amate. Non vedo l’ora di poter leggere che qualcuna di noi abbia trovato il perdono E magari di poter scrivere che ci sono riuscita io. Uniamoci, uniamo i nostri dolori, e guadiamo avanti per cercare di superarli con l’aiuto reciproco di una parola e con l’amore immenso che ci unisce ai nostri uomini, che nonostante tutto adesso sono accanto a noi. Avrebbero potuto essere altrove. Hanno scelto noi. Non dimentichiamolo e aiutiamoli a ritrovare la felicità di coppia che anche loro cercavano e sognavano con noi. Un abbraccio .Sara.

  2. nani

    Agosto 2, 2015 at 22:46

    Si è vero scusatemi la lungaggine ma 13 anni sono davvero tanti da raccontare!
    Sara hai ragione, il perdono fa bene soprattutto a chi perdona! me lo disse anche mio padre quando in un momento di disperazione gli raccontai quello che mi stava capitando.
    E’ vero, sarebbe bello non avere più nulla che rode dentro ed essere in pace col mondo.
    Sarebbe come tornare magicamente a prima che tutto accadesse, senza macchie!
    Magari un giorno ci arriverò, me lo auguro anche io perché comunque la rabbia che ancora mi possiede in alcuni momenti, ha la sua genesi nel sentirmi ancora tremendamente sfregiata dal suo comportamento. E questa rabbia mi fa stare male e mi impedisce di perdonare, ancora non mi sembra giusto.
    A tratti mi sento ancora una tale “merdaccia” per avergli permesso di trattarmi così male che , pensare anche di perdonarlo totalmente, mi sembra davvero troppo! Mi sembra un’altra volta di punire me stessa.
    Purtroppo la ferita c’è ancora e molto vivida ( sempre meno devo ammettere) , preferisco per ora utilizzare la tattica del ricominciare una storia nuova imbalsamando quei sentimenti di difficile annientamento.
    E’ proprio su questo che sto lavorando con la psicologa, c’è ancora molta confusione sul trattamento dei dati del passato!
    In ogni caso ora sto abbastanza bene e sono convinta che il tempo sistemerà ciò che la mente non vuole risolvere.
    intanto la cosa più importante è che lui ci sia, che abbia chiuso quella porta aperta tanti anni fa.
    hai detto una cosa vera in uno dei tuoi scritti, cioè che tuo marito non voleva che tu entrassi in quella vita malata!
    La consapevolezza che la vita che conduceva era malata è importante, c’era in questo appellativo già un giudizio di merito, la consapevolezza che ciò che stava facendo non era giusto!
    Sono sicura Sara che per voi sarà una vera rinascita, mi pare che ci siano gli ingredienti giusti.
    ma per dimenticare e perdonare devi aspettare ancora molto tempo , intanto sforzati di apprezzare il bello che è tornato!!!
    Un caro saluto Nani

  3. Cloud

    Agosto 6, 2015 at 13:30

    Nani, sei molto coraggiosa, sei riuscita ad elaborare quello che ti è capitato e a combattere per il tuo uomo. Devi essere sicuramente molto innamorata. Personalmente penso che il perdono non sia possibile, che una situazione così andrà solamente gestita e tenuta sotto controllo. La rabbia, poi. Chissà se passa, la rabbia. A me non è ancora passata, e non stiamo più insieme da due anni. Ancora mi trovo a pensarci, non a lui ma a quel tremendo periodo di angoscia e solitudine. E’ una cosa troppo disgustosa, quella che è capitata a tutte noi. Troppo umiliante. Quanta delusione. Quante bugie. E se torno a quei momenti non posso che provare avvilimento e angoscia. Siamo segnate. Spero di riuscire a convivere con questa cosa. Non mi sono mai piegata alla tristezza e ho sempre reagito. Sto bene, adesso. Ma mi fa profondamente dispiacere pensare che, forse per tutta la vita, dovrò combattere con i ricordi disgustosi del tradimento fisico e morale che ho dovuto sopportare. Leggere le vostre storie mi aiuta e mi fa piacere constatare che ci sono persone che riescono a salvare la coppia, o a provare a farlo. Io non ce l’ho fatta e non me ne pento. Probabilmente non lo amavo abbastanza. Oppure il disgusto ha avuto il sopravvento, chissà. A ognuno la sua storia, a ognuno le sue esperienze. L’importante è che noi, donne tradite, usciamo da questo schifo di esperienza a testa alta, mai piegate. Mai umiliate.

  4. Antonella

    Agosto 7, 2015 at 12:24

    Leggo con sgomento questa lunghissima storia di sofferenza e umiliazione. 13 anni, mi chiedo come tu sia sopravvivere, mi chiedo come abbiano fatto i tuoi figli a non accorgersi mai di nulla, ma si sa a volte i figli per primi sono un pochino opportunisti, senza cattiveria, ma tendono a salvaguardare il loro mondo. ma quello che mi lascia versamente perplessa è questo ritrovo tardivo di sentimenti. so che ora attirerò commenti negativi, ma veramente mi chiedo ma COME FAI, COME HAI FATTO. come si fa a parlare di rinascita? ma non ti è mai sfiorato il pensiero che tuo marito sia malato? credimi, non voglio giudicare, ma come fai a guardarlo e a credere alle sue parole? leggo “l’amore immenso che ci unisce ai nostri uomini…” ma vi hanno drogato? leggo con piacere che almeno vai dalla psicologa. Io il dolore lo comprendo, l’ho passato sulla mia pelle, ma veramente aiutatemi a capire ma perchè rimanete assieme a persone del genere? ma davvero l’amore giustifica tutto? ucite dallo schifo a testa alta? mah. Dai non arrabbiatevi, questo mio sfogo nasce soprattutto dalla rabbia che mi montava mentre leggevo la tua storia.

  5. Cloud

    Agosto 7, 2015 at 13:33

    Cara Antonella, io credo che tutte noi abbiamo attraversato, o lo stiamo facendo, un percorso personale difficilissimo e molto differente l’uno dall’altro. Personalmente anch’io leggo con sgomento queste storie in cui ci si riappacifica e si riesce a ricostruire la coppia, magari con estrema sofferenza e difficoltà. Anch’io non riesco a concepire il fatto di stare dietro più di 10 anni ad un uomo che mi ha tradito e che magari continua a farlo. IO, però, sottolineo l’IO, non riesco a concepirlo. Io con riferimento alla mia persona e alla mia esperienza. Non me la sento di dire che, in astratto o in concreto, non sia magari possibile. Sai, gli psicoterapeuti tendono a spingerti nella direzione della decisione che “ti farà stare bene”. Credo, quindi, che alcune donne possano stare bene cercando di “riacchiappare” il rapporto e cercare di stare bene di nuovo con quello che pensano essere l’uomo della loro vita. Forse per amore. Ma cos’è l’amore? Seccamente e razionalmente altro non è che corresponsione delle reciproche esigenze, o no? Quindi è probabile che qualcuna ci riesca, a rimettere su il proprio matrimonio/rapporto e a ottenere un nuovo equilibrio che corrisponda alle loro esigenze. Ripeto. Io non ce la potevo e non ce la volevo fare. La mia psicoterapeuta mi diceva “tu non sei Penelope” non sei fatta per aspettare ad aeternum il tuo uomo, nell’attesa che si redima, che faccia un percorso psicoterapeutico personale ecc ecc. Tu potrai provare a farti carico dei suoi problemi e risalire la china della crisi di coppia. Ma sarai felice? Ti farà stare bene? Risposta mia: NO. Ci ho provato tre o quattro mesi, ad aspettare. Cioè NIENTE! Il tempo di assorbire, neanche poi tanto, la botta e smetterla di strabuzzare gli occhi per l’incredulità. Per me era finita da quando ho saputo delle altre. Punto. Io non sono, evidentemente, fatta così. Non sono Penelope. E magari neanche tu, Antonella. E, aldilà della rabbia che ci farà grattare forse per tutta la vita, magari è la nostra salvezza, Antonella. Un bacio!

  6. cinzia

    Agosto 8, 2015 at 18:49

    Ciao Antonella e Cloud, per fortuna leggo commenti come i vostri, perchè anch’io ho le vostre stesse reazioni a storie di questo genere….ci sono passata e ripassata, ho vissuto tutte le sensazioni di chi vuole disperatamente perdonare perchè non riesce neanche ad immaginare una fine della storia, per arrivare alla conclusione che raramente, davvero molto raramente, questi uomini cambiano in nome dell’amore per la povera tradita!
    Anche io ho terminato la storia con mio marito da circa due anni ma, a differenza tua Cloud, avevo già superato un primo tradimento 7 anni prima, dove il maritino si era dimostrato pentitissimo anche se con strascichi per diverso tempo della sua storia con la deficiente di turno….vedi un po te…
    Pensa che con il passare del tempo mi ero pure illusa che fosse diventato un uomo fedele e corretto…..appunto, era solo un’illusione!
    E’ ciò che la tua mente vuole credere, perchè la verità fa immensamente paura, la solitudine terrorizza, il perdere il tuo uomo ti dà la sensazione di cadere in un baratro senza fondo.
    Ma col tempo mi sono resa conto che il baratro era la mia vita di allora, l’angoscia di nuovi tradimenti, la paura di non essere abbastanza per lui, il dolore fisico nell’immaginare la passione dei loro incontri e la felicità dei lori amplessi.
    NO, non si può accettare, almeno per me.
    Se un uomo ti ama, non ti tradisce e ti ritradisce, soprattutto coinvolgendosi in storie lunghe e ripetute.
    L’amore ritrovato….mah….mi sa più di comodità, di vita in fondo più semplice, tanto poi che la mogliettina, che poi così schifo non fa, si dona ancor più volentieri e con passione (scusatemi, le ho passate tutte prima io di voi….).
    Nonostante tutto vi faccio un grande in bocca al lupo, probabilmente voi siete tra il raro esempio di sincerità.
    Un caro abbraccio a tutte!

  7. Sara

    Agosto 10, 2015 at 12:46

    Carissime, mi sento di intervenire per portare un po’ di fiducia nel cuore di colore che, come me, hanno scelto la via più difficile: ricostruire un amore ferito. Quando non sapevo quale strada scegliere, sono stata indirizzata da una psicologa incontrata quasi per caso verso la tecnica del kintsugi, un’arte giapponese che rende più bello un oggetto di ceramica rotto riparandolo con l’oro. Cercatela online e leggete di cosa si tratta: vi aiuterà. Andarsene sarebbe stato molto più facile, ma io lo amavo. E lui…lui oggi mi guarda e mi dice che non c’è giorno in cui non pensa al male che mi ha fatto. Quando mi preparo per uscire, mi ammira dicendo che sono bella e aggiunge sempre un “che cogXXXne sono stato…”. Quando facciamo l’amore mi dice che mai potrà più pensare di tradirmi. Quando mi bacia chiude gli occhi e capisco dalla sua espressione che mi trasmette tutto il suo amore. Quando parliamo di perdono, mi dice sempre che quello sarà il giorno più bello della sua vita. Nei giorni scorsi io l’ho perdonato, ma non gliel’ ho ancora detto: lo sapete voi in esclusiva! Sto aspettando il momento e il posto giusto…lo farò a breve. Sono molto felice di esserci arrivata, e Dio solo sa quanto mi è costato in termini di lacrime, dolore, rabbia e disperazione. Quanti scontri, quante urla, quanti fiumi di emails e whatsapp tra di noi! Ma adesso voglio guardare avanti e voglio vivere il resto della mia vita con questo amore immenso. E auguro a tutte voi, o almeno a coloro che hanno ancora l’opportunità di crederci, di arrivare presto al perdono. Un abbraccio grandissimo con tutto il mio cuore. Sara

  8. Cloud

    Agosto 11, 2015 at 13:47

    A ognuna il suo percorso, con l’augurio che tutto possa andare come ci si augura. Personalmente non credo più alle favole e mi trovo molto affine a ciò che hanno espresso Cinzia e Antonella. Cosa è più “facile”? Rimanere o andare via? Nessuna delle due scelte è facile. Rimanere con il fedifrago e passare le notti ad arrovellarsi la mente con dubbi e perplessità? Non lo trovo, personalmente, facile. Mollare tutto e ricominciare a 40 anni e più con il magone di restare sola? Affrontare il fallimento di un rapporto decennale e farsi carico di spese, critiche altrui, malelingue? Magari senza casa? Non è facile neanche questa scelta, vi assicuro. Io l’ho fatta. E ne sono fiera. Un casino totale. Ma almeno la notte dormo e non aspetto palpitante un imbroglione che mi diceva che era in ospedale a lavorare. Meditate, gente, meditate….

  9. Sara

    Agosto 12, 2015 at 9:12

    Hai ragione, Cloud, quando dici che entrambe le strade sono difficili, niente da dire. E niente da dire sul non volere trascorrere le notti arrovellandosi tra i dubbi: ma nessuna di noi vuole questo. Io ho passato 10 mesi di notti insonni, spesso lo svegliavo perchè avevo una domanda da fargli, gli ho chiesto i particolari più dettagliati e intimi che si possano immaginare. Ma quando questo si supera, PERCHE’ SI SENTE CHE L’UOMO CHE HAI ACCANTO E’ VERAMENTE PENTITO, e solo a questa condizione, quando capisci che vuoi ricominciare e lasciarti tutto alle spalle, una nuova vita a due può esserci. Non tutti gli uomini sono uguali, non tutte le donne sono uguali. Chi sceglie la via del perdono sente dentro di sé che questo può avvenire. Perchè se così non fosse, non c’è nessuna possibilità di continuare insieme…e in questo caso molto meglio affrontare una nuova vita da sole a 40 anni col rischio della solitudine e con i problemi economici, come hai fatto tu. Tanto di cappello. Forse io nella mia sfortuna sono stata fortunata. Un abbraccio.

  10. Nani

    Agosto 15, 2015 at 15:30

    Sono davvero perplessa di fronte a tanta “certezza” e insensibilità! Ma rispetto le opinioni di chiunque abbia sofferto e tratto delle conclusioni a fronte di profondo dolore. Sono anche convinta comunque che ogni storia ha la sua storia. Ogni persona ha la sua morale, i suoi scopi , il suo modo di vivere gli eventi. Io oggi dopo tanti anni di lotta che in alcuni momenti sembravano averte il sopravvento, sono felice di non aver buttato la spugna, di aver sempre creduto in noi e di aver traghettato la barca fuori dalla tempesta. Perchè sapevo che la barca ce l’avrebbe fatta. Sono felice ora di avere la mia famiglia più unita che mai. È solo questione di credere! È chiaro che se nella tempesta mi fossi resa conto che la barca era una barchetta l’avrei lasciata affondare. E con lei affondava tutto. Ora mi guardo indietro e vedo lontana la tempesta e sono orgogliosa, sono più forte, siamo più forti!! Ora ho delle certezze che prima solo millantavano di essere tali. La psicologa ha il compito di tacitare la ra bbia.che ogni tanto riemerge dai flutti, dopo tanta vita è il minimo. Un po di psicologo farebbe bene a tutti. In quanto ai figli ,antonella, evita di fare qualsiasi illazione, non ne hai alcun diritto!! Sei assolutamente fuori strada!
    Bello questo sito, credevo di trovare un costruttivo scambio di opinioni e qualche possibilità di crescita nel rispetto di ciascuna di noi.

  11. Anonima

    Agosto 18, 2015 at 13:18

    Salve a tutte! Ragazze io mi sono imbattuta guida di Elizabeth Wilson una investigatrice americana…e purtroppo ha funzionato fin troppo bene! Avevo un infinità di dubbi ma non sapevo come muovermi..l’istinto mi diceva che aveva un’altra ( quello stronzo ) ma lui negava sempre..mi faceva sentire in colpa! Alla fine avevo pensato pure di andare da un investigatore privato.. ma ho desistito visto i prezzi assurdi.. ho cercato su internet e mi sono imbattuta sul libro della Wilson.. non mi ispirava molta sicurezza all’inizio ma dopo che i comportamenti del mio ragazzo diventavano sempre più ambigui ho deciso di comprarlo, e ho approfittato dei momenti in cui lui non c’era per leggerlo! Beh a quel punto tutto aveva un senso e ho trovato diverse prove a cui non ha saputo controbbattere..ho sofferto tanto ma alla fine la ferita mi ha insegnato a non farmi più prendere in giro e ora è lui a cercare me

  12. Sara

    Agosto 18, 2015 at 14:28

    Carissima Nani,
    Come sai io la penso come te. E per fortuna non siamo le uniche….ma – come dici tu e come anche io ho più volte ribadito – non tutte le storie sono uguali. Puoi dire a testa alta che sei una persona magnifica che ha creduto in un amore magnifico e che ha portato la sua barca alla salvezza! Dillo e ridillo quanto vuoi. Anche io ribadisco che questo è possibile solo IN NOME DELL’AMORE IMMENSO CHE CI UNISCE AI NOSTRI UOMINI. E nessuno mi ha drogata…ci ho creduto e ci credo ancora. Ho ancora i miei momenti difficili, come sicuramente li avrai tu e le altre che hanno deciso di restare e di salvare un amore ritrovato. Ma anch’io voglio portare la mia barca al sicuro, perchè sono convinta che ne vale la pena. Per cui ti ringrazio per la tua testimonianza e per aver contribuito a darmi fiducia. Con l’appoggio reciproco di tutte noi, le nostra barche possono sfidare il mare in tempesta e fare il giro del mondo! Un caro e forte abbraccio. sara

  13. Cloud

    Settembre 8, 2015 at 10:33

    Personalmente scrivo, non tantissimo in verità, in questo sito un po’ per sfogarmi e un po’ perchè penso che, come per me, leggere le esperienze delle altre persone tradite possa essere un aiuto e uno spunto di riflessione. E’ ovvio che chi ha deciso di ricostruire la propria relazione non è disposta tanto ad accettare i commenti di chi ha deciso, come me, di tagliare. Ed è vero anche il contrario. Chi ha tagliato trova inverosimile l’esperienza di chi ricostruisce una storia e si sottopone ad una vita piena di dubbi e perplessità con il traditore o ex tale. Son sicura che ognuna di noi debba fare il proprio percorso e capire le cose da sola. Non esistono, purtroppo, formule magiche o medicine per uscire da una situazione come la nostra. Me la sognerò per anni. Per anni mi porterò dietro, ne sono sicura, la rabbia e lo schifo che ho dovuto sopportare. La prima cosa, qualunque scelta si faccia, dovrebbe sempre essere il rispetto per noi stesse. Cosa difficilissima da fare, almeno per quanto mi riguarda, per tutta una serie di motivi legati al mio trascorso familiare e al senso di colpa e inadeguatezza nei confronti di tutto e di tutti. Ciao a tutte e in bocca al lupo. Siate egoiste.

  14. nani

    Novembre 10, 2015 at 17:03

    Nonostante tutti i trascorsi burrascosi, il nostro matrimonio ha appena compiuto 30 anni!!
    Abbiamo fatto un bellissimo viaggio in Spagna, un viaggio che rimarrà inciso nella nostra mente come nessun altro mai!
    Finalmente abbiamo recuperato il sottile piacere di viverci visitando cose meravigliose e ritrovando una sintonia che sembrava perduta!!
    Ci sono stati momenti di ripensamenti degli anni bui perchè per me scavare nel passato per ribadire il mio dolore a fronte di tanta leggerezza, rimane sempre ancora una necessità ma lui oggi la capisce e la asseconda.
    Devo dire però che anche io ora affronto questi argomenti con fermezza ma con molta più calma. Finalmente più proiettata nel presente che nel passato. Quando riesco a non rimuginare sugli anni dolorosi, riesco a recuperare energie positive nel desiderio che entrambi abbiamo di non lasciarci scappare più alcun istante di gioia di viverci.
    E vi assicuro che è meraviglioso! ne valeva la pena !!!!!!
    Abbiamo ancora tanti anni davanti, magari non tantissimi, certamente non tutti quelli che avremmo potuto avere, però ora sono sempre più consapevole che è il futuro che conta.
    Lui ha certamente sbagliato pesantemente, io a suo tempo qualche scivolone lo avevo preso.
    La vita ti insegna a vivere, a volte anche attraverso strade impervie e apparentemente sbagliate.
    Ma se la tua meta è chiara, la tenacia tanta e la fede in te non ti abbandona, ovunque tu arriverai sarà sempre il posto giusto.
    Naturalmente questo anniversario ha risvegliato in me una serie di tristi considerazioni su cosa festeggiare di questi trent’anni…..
    ………. Ho deciso che io avrei festeggiato gli ultimi tre anni, cioè da quando la nostra vita ha ripreso consapevolezza di sè!

    Questa è la mia esperienza, questa è la mia vita oggi e spero anche domani.

  15. Sara

    Novembre 12, 2015 at 11:04

    Grazie Nani per queste tue parole meravigliose! Ne avevo tanto tanto bisogno. Anche io come te, come Nenè e come poche altre, ho deciso di accantonare il dolore e provare a rinascere insieme a mio marito, in nome dell’amore che ci lega. Sappiamo che il sentiero è spesso impervio, sappiamo che le salite non mancano, ma continuiamo imperterrite per questa strada.
    Tu sei più avanti di me, io ho scoperto tutto da poco più di un anno….è per questo che hai illuminato il mio cammino in uno dei momenti difficili.
    Quando lui è accanto a me, io sento tutto il suo amore per me, tutto il suo dolore per quello che ha fatto e il suo pentimento per il male provocato. Ma il destino ha voluto sottoporci a un’ulteriore prova, e lui da Settembre lavora a 10.000 km da me e dalle nostre bambine, tornando solo ogni 20 giorni per tre o quattro giorni che volano. Per fortuna presto tutto questo finirà e ci sentiremo più forti e uniti di prima.
    Quando lui torna passiamo dei momenti meravigliosi, ma appena riparte, riaffiorano i ricordi e con loro il dolore lacerante che sembra strapparmi via la pelle. Devo aspettare ancora 15 giorni prima che lui torni da me….riuscirò a gestire da sola i momenti di dolore anche questa volta? Se ci riuscirò, sappi che le tue parole mi hanno dato una grossa mano, e tornerò a rileggerle ogni qual volta avrò un momento difficile. GRAZIE CON TUTTO IL CUORE. Sara

  16. Nenè

    Novembre 12, 2015 at 14:09

    Ciao Nani, ciao Sara, eccomi. Mi siete mancate, mi è mancata la carica di positività che mi dà leggere della vostra rinascita, sapere che nonostante tutto si và avanti e si ricostruiscono momenti indimenticabili che sostituiranno quelli bui. Ho deciso che se, anche noi, riusciremo a festeggiare i 30 anni di matrimonio voglio festeggiare con pochi intimi, ma voglio festeggiare. E voglio Fare il viaggio, quello che mi aveva promesso e non abbiamo mai fatto. Mi fà piacere fare progetti, ma ancora mi sembra che possa accadere qualcosa di negativo, non sono del tutto tranquilla anche se lui non mi da motivi per preoccuparmi.
    Mi spiace per Sara che deve affrontare l’ennesima dura prova, io non ce la farei a stargli lontano. Me culpa, sono troppo insicura di me.
    Scrivetemi e fatemi sorridere ancora, donate la vostra esperienza a chi, come noi nel passato, non sa se andare o restare, fate sapere che si puo sopravvivere al dolore e rinascere più forti di prima.
    Siete nel mio cuore.
    Baci Nenè

  17. Cloud

    Novembre 13, 2015 at 11:21

    So di andare controcorrente e di scrivere cose che alcune di voi non vorrebbero leggere…ma volevo dire a tutte che in meno di due anni ho iniziato e concluso il procedimento di separazione e divorzio (ormai breve, per fortuna). A 41 anni e dopo 13 passati con il mio ex marito ho rialzato la testa (anzi, non l’ho mai abbassata) e ho continuato a vivere. Non piango più da sola in casa, non lo aspetto quando è in ritardo, non ho il magone quando non risponde al telefono, non ho dubbi sui suoi sentimenti, sugli sguardi, sulle telefonate, sui messaggi, le amicizie, dormo la notte senza bisogno della valeriana e l’angoscia di perderlo non c’è più. Semplicemente….via da me. Tutto quello che ha fatto non era, non è e non sarà mai – per me, preciso – superabile e giustificabile alla luce dell’amore e del rispetto che potevo provare per lui. Mai più quelle orrende umiliazioni. Mai più contentini e bugie. Ma se penso a quanto ho schifosamente sofferto… Non c’è niente come la stima e il rispetto in sè stessi che ci fa stare bene. E’ un lavoro lungo, non facile e io stessa mica ho pareggiato i conti. Quanta ansia e rabbia e insicurezza lascia, un’esperienza così. Auguro a tutte, e anche a me, di trovare il completo equilibrio tra amore e rispetto di sè stesse, senza rinunciare a nulla per qualcosa, per cui, magari, non vale poi tanto la pena. Per me è stato così. Un abbraccio, donne tradite

  18. nani

    Novembre 17, 2015 at 14:27

    Cara Cloud, sono contenta per te che tu abbia recuperato la tua autonomia psicologica e confermato la stima in te stessa e ammiro la determinazione ed il coraggio con cui hai tenuto fede alle tue scelte certamente non facili.
    Leggo nelle tue parole un sano orgoglio per come sei riuscita, anche in breve tempo, a reinventare la tua vita affrontando tutte le difficoltà a testa alta.
    Hai tutte le ragioni di essere soddisfatta di ciò!
    Hai fatto benissimo! Hai maturato questa scelta dentro di te e l’hai messa in pratica, avrai sicuramente avuto dei ripensamenti e dei dubbi ma la tua dignità ha avuto il sopravvento sul sentimento che provavi per lui.
    Non sembra neppure tu abbia avuto mai il minimo rimpianto e questo dimostra che hai fatto sicuramente la cosa giusta per te e per voi.
    Eri nella condizione di decidere con forza che la tua vita aveva bisogno d’altro, che non avrebbe mai potuto rinascere nulla su quel terreno!
    Credimi, ammiro questa forza, questa determinazione, questo desiderio di riprenderti ciò che era solo tuo e ti auguro di ristabilire l’equilibrio di cui parli il più in fretta possibile e soprattutto il più stabilmente possibile.
    Io questa forza non l’ho mai avuta perchè, per quanto ferita nell’orgoglio e nella dignità, avevo la consapevolezza che tanti errori avevamo commesso ETRAMBI.
    Mi serviva dell’altra vita per provare a me stessa e a noi che poteva funzionare!
    Per quanto tante sono state le ferite, io non ho mai perso la stima in me stessa e non mi sono mai sentita inferiore a nessuna di quelle!
    e inoltre non avevo problemi di dove andare a vivere o di come mantenermi, ho sempre avuto un lavoro interessante e di soddisfazione e la casa non era certo un problema, quindi la mia scelta non è stata forzata da necessità materiali…… semplicemente io l’amavo!!
    Nel momento in cui capii che lo stavo perdendo mi resi conto di quanto mi sarebbe mancato tutto di lui.
    Non l’avevo mai capito con quella chiarezza!
    Naturalmente non fu facile , come ho raccontato, la storia fu ancora lunga ma non ho perso mai la speranza che la nostra vita insieme potesse avere un epilogo positivo.
    Quando arrivammo sul punto di rottura, la consapevolezza anche in lui si fece chiara.
    Da quel momento la nostra vita cambiò e oggi siamo di nuovo innamorati come trent’anni fa ma molto più consapevoli che una unione è un’entità astratta ed evanescente se non è costantemente alimentata da entrambe le parti dall’amore e dal desiderio che essa stessa esista.
    Forse è una banalità il concetto in se, ma non ritengo che sia una banalità riuscire a viverlo!!!
    Vorrei anche rassicurarti Cloud sul fatto che non considero le tue parole “controcorrente”, per niente affatto! E neppure mi disturba leggerle.
    Ti considero una persona vera!
    Semplicemente illustrano la tua storia. Se qualcuno si identifica con il tuo sentire può far tesoro della tua esperienza e sapere che altri hanno reagito così.
    Credo questo sia il senso di questo scambio di pezzi di vita che avviene in questo sito.
    Sono i giudizi, i preconcetti, le generalizzazioni che non trovo corretti in un luogo dove, per quanto cerchi di dare un quadro il più fedele possibile alla realtà, è comunque sempre molto parziale e frutto dell’umore del momento in cui scrivi.
    E in ogni caso, come già ho scritto, ogni storia ha la sua storia!
    Ed ogni storia vera può aiutare chi brancola nel buio, chi cerca conforto, chi non sa capire cosa gli accade, chi cerca il modo per star meglio eccetera eccetera… infine raccontare la propria storia è anche uno sfogo per chi la scrive.
    Un abbraccio a tutte

  19. Nenè

    Novembre 18, 2015 at 1:39

    La consapevolezza della perdita ti fa’ vedere attraverso la nebbia, ti fà capire quello che vuoi, quello di cui hai bisogno. Mi è bastato sapere che non lo avrei più avuto accanto, che non avrei potuto più guardarlo negli occhi, nè avrei più potuto condividere risate, litigi, giornate noiose ,per capire ancora una volta quanto lui fosse importante per me. E’ sempre stato la parte più importante di me. Se solo lui mi avesse amata la metà di quello che l’ho amato io, non sarebbe accaduto nulla. Ma a che serve ora recriminare ? Dobbiamo solo costruire la nostra nuova vita dalle ceneri di quella vecchia e sperare che non accada più nulla. E’ bello vivere ancora giornate piene di risate, giorni felici quando eri certa che non ce ne sarebbero più stati, ma ci sono notti, come questa in cui ti chiedi se per lui è lo stesso o se ha dei rimpianti. Ma anche in queste notti non vorrei essere in un altro posto, con nessun altro e spero che sia così anche per lui. Aspetteremo che passi ancora del tempo e avremo la risposta.
    Nenè

  20. Cloud

    Novembre 23, 2015 at 13:26

    Un abbraccio anche a te, Nani. Sei una donna coraggiosa e determinata, le tue parole e riflessioni sono piene di consapevolezza. Non hai bisogno di lui per vivere, semplicemente, come dici tu, lo ami. Tanto ti basti per perseguire il tuo obiettivo che poi, un po’ come per me e per tutte…altro non è che essere felici e serene. Da sole, in compagnia, con lui o con un altro. A presto su questo blog!

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